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RESISTENZA IN ETIOPIA

Partigiani senza volto

Nel centro di Addis Abeba, all’interno di un cunicolo senza luce si trova la sede dei patrioti etiopi che combatterono il fascismo dal 1936 al 1941.

Gli arbegnoch, così sono chiamati, sono in un posto talmente nascosto che sa ancora di clandestinità. Dentro una grande stanza sospesa nel tempo dove saltano all’occhio antiche fotografie, mappe del paese e la struttura di un cavallo con guerriero che sovrasta dalle scale. In questo luogo si ritrovano gli ultimi partigiani ancora in vita che affrontarono le forze di occupazione italiane.

Un ruolo che rivendicano anche se la memoria si fa sempre più labile. Indossando divise impeccabili, con tanto di medaglie al petto, continuano a lottare per non far cadere nell’oblio una resistenza combattuta con armi impari, ma dove l’orgoglio ha giocato un compito inatteso davanti gli occupanti italiani.

La resistenza etiopica aggregò, sotto molti ras locali, i settori della società di allora: clero ortodosso, i contadini, i nobili e gli intellettuali, uomini e donne. Secondo lo storico Aregawi Berhe, quel movimento di liberazione fu interclassista e sperimentò la forza della partecipazione popolare. Ogni anno, il 5 maggio, gli etiopi celebrano la loro festa della Liberazione.

Il reportage di Fabio e Cristina Artoni

Radio Popolare 24/4/2016

 

   

Foto di Fabio Artoni

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