top of page

Scritti Nomadi

Il ritorno di Robin hood

La velocità Enric l’ha imparata sui tavoli di ping pong. Senza forse nemmeno saperlo, è stata proprio la rapidità a rendere vincente la sua truffa a 39 istituti finanziari: “Muovevo i soldi da un conto all’altro, per simulare gli ingressi". Così in due anni il bottino racimolato ha toccato quota 492.000 euro.

Ma per quello che è ormai conosciuto in tutta la Spagna come il “Robin Hood de la banca”, i soldi sono ben poca cosa. Nei tempi bui della crisi il suo gesto, che rivendica ora da una cella di un carcere, sta riscuotendo un seguito clamoroso.

Enric Duran, catalano di 33 anni, ha definito la sua truffa come: “Una nuova forma di disobbedienza civile. Quando i finanziamenti al consumo e la speculazione diventano dominanti nella nostra società, cosa c’è di meglio che rubare a coloro che ci derubano? Occorre condividere il ricavato con chi denuncia e cerca di proporre una società alternativa”.

Proprio come l’eroe di Sherwood, Enric sogna infatti un mondo più giusto. Un’ideale che ha maturato negli ultimi dieci anni, dopo una vita lontana dai movimenti sociali e politici. Nato nel 1976 vicino alle spiagge di Vilanova, uno dei centri della costa catalana, Enric Duran è stato un campione di ping pong prima di studiare sociologia.

All’università di Barcellona, ha cominciato a partecipare alle iniziative per la cancellazione del debito estero dei paesi in via di sviluppo e alla campagna contro la Banca Mondiale. Il primo cacerolazo europeo, la protesta pacifica realizzata a suon di pentole, dopo il crollo dell’economia argentina, è stato organizzato proprio da Duran per le strade del capoluogo catalano.

Definito dagli amici “un mezzo genio” per la sua capacità di analisi, Enric è uno dei militanti del movimento new-global che ha scelto la strada dell’azione. Con la faccia da bravo ragazzo ha raccontato via internet (www.17-s.info) come sia riuscito a sottrarre i soldi alle banche: "Il primo prestito lo chiesi – dice - nel 2006, per una casa, con una nomina falsa. Me lo finanziarono al 100%". Spesso non mi chiedevano neanche le garanzie necessarie, bastava andare ben vestito e con una valigetta molto professionale, oppure mi presentavo come commerciale di un'azienda a me intestata. A volte creavo documenti con pure procedure da Art attack.” Poi il movimento rapido dei soldi da un conto all’altro hanno tenuto in piedi la truffa.

In 68 operazioni, Robin de la banca, ha colpito 39 agenzie finanziarie come la BSCH, la Deutsche Bank e la Caixa Madrid.

Nel settembre del 2008 Enric ha poi svelato pubblicamente la sua personale disobbedienza civile, prima di far perdere le proprie tracce da Barcellona.

Desaparecido in qualche angolo dell’America Latina, ha però continuato via internet a professare che “si può vivere senza capitalismo”. I soldi dei finanziamenti ottenuti in due anni, sono stati devoluti a movimenti e associazioni impegnati nel sociale e per la pubblicazione di due giornali gratuiti, scritti in catalano. La prima edizione, “Crisi”, di 24 pagine, è stato distribuito in 200 mila copie il 17 settembre 2008, il giorno stesso in cui Enric ha lasciato il paese. Il secondo “Podem” , cioè “Possiamo”, è uscito il 17 marzo di quest’anno con una tiratura di 300 mila esemplari. A distribuirlo all’Università di Barcellona in rivolta contro il progetto Bologna, lo stesso Enric Duran, rientrato in Spagna per presentare il suo libro “Aboliamo la banca”, ben conscio della spada di Damocle dell’arresto.

Dal penitenziario catalano di Brians, dove è rinchiuso, Enric continua a scrivere: “ Difendere la mia libertà – dice in una delle ultime lettere pubbliche – significa difendere la possibilità di discutere di un nuovo modello di società ”. Intanto i due giornali gratuiti, di cui si può trovare la versione in inglese e castigliano sul sito www-podem.cat, sono andati a ruba. La critica del sistema finanziario trova infatti imprevedibili alleati e il messaggio comparso, ad esempio, su “Crisi” è molto diretto: "Credi che le banche rubino? Leggi qua". All’interno del giornale l'analisi del sistema finanziario e creditizio è spietata. L'indebitamento delle famiglie - si sostiene - è incoraggiato dal consumismo, dalle banche stesse, dalle immobiliari. E il rischio dei "subprime" ne è una diretta conseguenza. Così se per la giustizia spagnola Enric Duran è un impostore che merita il carcere preventivo prima del processo in cui rischia fino a 10 anni, per migliaia di persone rappresenta molto di più. “Enric, sinceramente sei un eroe” si legge a ripetizione su Facebook, in uno dei quattro gruppi di appoggio per la sua liberazione. Il più numeroso, conta fino a 8500 persone iscritte. Pagine e pagine di messaggi del tenore: “Ti ammiro Enric, chi ruba ai ladri non è un ladro!”; “Grazie per la tua battaglia, sono disoccupato. Sono con te per una società più giusta”. Corre così sulla rete la protesta in cui vengono convocate decine di iniziative per sostenere le nuove forme di disobbedienza civile: dai semplici cortei o presidi fino alla spettacolare azione da uno dei ponti dell’autostrada di Sant Joan Despì, appena fuori Barcellona, dove per alcune ore quattro attivisti, si sono esibiti in acrobazie volanti, sostenuti solo da corde. Tutti nel nome di Enric.

 

L'espresso aprile 2009

 

 

bottom of page